Con il termine KUNG FU si indica l’insieme delle arti da combattimento che si sono sviluppate in Cina quasi 5.000 anni fa.
Gli ideogrammi di tale termine indicano concetti di lavoro e allenamento serio, potente, così come di “abilità”, di un uomo che attraverso un percorso di studio e di crescita impegnativo arriva ad acquisire una grande competenza e professionalità.
Altresì l’ideogramma “fu” indica una tigre potente, fusa, al termine del percorso di apprendimento, con l’uomo; in altre parole, l’individuo, praticando kung fu, riesce ad esprimere nel suo vivere la Tigre, ovvero una grande e potente energia.
Tra gli stili inseriti nel programma della nostra Scuola si evidenziamo il Wing Chun, lo Shaolin, l’Hung Gar, il Tang Lang (Mantide Religiosa), il Tai Chi Chuan.
Numerose sono le armi studiate, rappresentative dei diversi stili praticati nella nostra Scuola: dai vari tipi di bastone, alle diverse spade e sciabole, alabarde, lance e altre armi non solamente utilizzate all’interno di forme e movimenti codificati, ma analizzate approfonditamente nei loro principi marziali e nelle loro applicazioni concrete in combattimento.
Alla parte marziale viene unita la necessaria pratica di esercizi ginnici e di yoga indiano tradizionale adatti a migliorare il corpo ed il benessere psico-fisico del praticante, nonché di vari sistemi bioenergetici tradizionalmente impiegati in Cina attraverso lo studio del Chi Kung.
Istruttore referente: Michele Robotti
Per informazioni: tel. 3663587966
Calendario corsi.
Kung Fu
Lunedì e Giovedì dalle 20.00 alle 21.30
Tai Chi
Martedì e Venerdì dalle 20.00 alle 21.30
Il taekwondo è un’arte marziale coreana e uno sport da combattimento a contatto pieno, nato fra gli anni ’40 e ’50 del ‘900 (nonché sport nazionale in Corea del Sud), basato principalmente sull’uso di tecniche di calcio. Combina tecniche di combattimento volte alla difesa personale e alla pratica agonistica soprattutto come sport olimpico, ma anche come esercizio ed in alcuni casi filosofia e meditazione. Nel 1989 è divenuto l’arte marziale più popolare al mondo in termini di praticanti. Il gyeorugi ([kjʌɾuɡi]), un tipo di sparring praticato nel taekwondo, è un evento olimpico dal 2000.
Esistono due correnti principali nello sviluppo del taekwondo, non necessariamente mutualmente esclusivi:
- Taekwondo tradizionale è il termine che si riferisce tipicamente all’arte marziale così come fu codificata fin dagli anni ’50 nelle Forze Armate della Repubblica di Corea ed in varie organizzazioni civili, incluse scuole ed università. In particolare, i nomi e il simbolismo delle strutture tradizionali fanno spesso riferimento agli elementi della storia della Corea, della sua cultura e della sua filosofia religiosa. Al giorno d’oggi, il Kukkiwon, il Quartier Generale mondiale del taekwondo, è il suo centro di diffusione tradizionale, situato in Corea.
- Taekwondo sportivo è il termine utilizzato per descrivere quella branca focalizzatasi maggiormente nella competizione, nel confronto agonistico e nella velocità di esecuzione (come nel combattimento olimpico). Il taekwondo sportivo a sua volta è suddiviso in due stili principali: uno deriva dal kukkiwon, la fonte del sistema di combattimento detto sihap gyeorugi che è ora parte del programma dei giochi olimpici e che è controllato dalla World Taekwondo (WT). L’altro proviene dalla International Taekwon-Do Federation (ITF).
Nonostante vi siano differenze tecniche e dottrinali fra le due correnti e fra le varie organizzazioni, l’arte in generale enfatizza l’uso di calci tirati da una posizione mobile, impiegando la maggiore potenza e raggio d’azione della gamba (rispetto al braccio). L’allenamento del taekwondo tradizionale generalmente include un sistema di blocchi, calci, pugni e colpi a mani aperte; può includere anche alcune forme di proiezione, spazzata e leva. Alcuni istruttori di taekwondo includono anche lo studio dei punti di pressione, conosciuti come jiapsul, come anche tecniche di difesa personale mutuate con altre arti marziali come l’hapkido e il judo. Il Taekwondo WTF sportivo da combattimento a contatto pieno si compone in larga misura di vari tipi di calci medi, alti e pugni (diretto al petto, ganci ai fianchi, montanti allo stomaco), esclusivamente al busto.
Il taekwondo contiene anche delle forme, chiamate poomse, che prendono generalmente il nome dagli elementi della natura (acqua, acciaio, vento, fuoco, terra), da concetti filosofici orientali o da avvenimenti della storia coreana. Solitamente vengono fatte dimostrazioni di taekwondo, eseguendo rotture di tavolette con calci in volo e pugni.
La divisa di allenamento del taekwondo, in coreano dobok, è composta da una giacca bianca chiusa (e non aperta come quella del karate o del judo), dai pantaloni dello stesso colore della giacca e dalla cintura. Il colletto della casacca è bianco per le cinture colorate (tutte le cinture prima della nera) e nero per le cinture nere.
Referente: M° Antonio Paoletti
Calendario
Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle 20.00 alle 21.30
Per informazioni: 3472206069
L’Hapkido (o Hap Ki Do, 합기도 in hangŭl, 合氣道 in hanja) è un’arte marziale coreana. In lingua coreana, Hap significa “coordinazione” o “unione”; Ki descrive l’energia interna, lo spirito, la resistenza, o la forza; e Do significa “arte” o “via”.
L’Hapkido – considerato come la prima arte marziale mista moderna- viene tradotto letteralmente come “l’arte dell’energia armoniosa” o “la via della coordinazione dell’energia”; il nome, così come l’arte marziale, è affine e derivante dal Daito-Ryu Aiki-Jujitsu giapponese fondato dal Gran Maestro Sogaku Takeda (1868-1943). Condivide i principi di armonia tra il ruolo di Tori (colui che porta a termine con successo una tecnica, spesso difensiva) e il ruolo di Uke (colui che subisce la tecnica). L’Hapkido focalizza la sua principale attenzione al centro del corpo dei due avversari che, fondendosi, formano un centro “sociale” di cui Tori fa tesoro, appropriandosene e neutralizzando l’aggressore con l’impiego della sua stessa forza.
L’Hapkido impiega leve, punti di pressione, proiezioni, calci e altri colpi principalmente per la difesa personale. I praticanti di Hapkido imparano a usare e controllare il loro peyang e quello di colui che attacca. Questo perché l’Hapkido enfatizza i movimenti circolari, i movimenti senza opporre resistenza e il controllo dell’avversario.
Benché l’Hapkido contenga sia tecniche di evasione che tecniche di entrata, la fine di molte situazioni consiste nell’avvicinarsi all’avversario per effettuare colpi a breve distanza, leve o proiezioni. Il praticante di Hapkido cerca quindi di avvantaggiarsi attraverso tecniche, cercando di evitare l’uso di forza contro forza.
L’Hapkido è composto da una ampia gamma di tecniche: colpi con la mano di taglio e di punta, gomitate, pre-leve denominate svincoli, leve articolari, proiezioni e sbilanciamenti, calci bassi, medi e alti e ginocchiate, cadute e capriole, tutte studiate per diventare gesti istintivi e persistenti, in modo tale da essere veramente efficaci nel caso di un reale attacco.
Referente: M° Antonio Paoletti
Calendario
Lunedì e Ven dalle 19.00 alle 20.00
Per informazioni: 3472206069
Il jujutsu (柔術 jūjutsu, spesso anche chiamato jūjitsu) è un’arte marziale giapponese il cui nome deriva da jū (o “jiu” secondo una traslitterazione più antica, che significa flessibile, cedevole, morbido) e jutsu (arte, tecnica, pratica).
Talvolta chiamato anche taijutsu (arti del corpo) oppure yawara (kun’yomi di jū), il jujutsu era praticato dai bushi (guerrieri) che se ne servivano per giungere all’annientamento fisico dei propri avversari, provocandone anche la morte, a mani nude o con armi.
Il jujutsu è un’arte di difesa personale che basa i suoi principi sulle radici del detto originale giapponese Hey yo shin kore do, ovvero “Il morbido vince il duro”. In molte arti marziali, oltre all’equilibrio del corpo, conta molto anche la forza di cui si dispone: nel jujutsu, invece, la forza della quale si necessita proviene proprio dall’avversario; più si cerca di colpire forte, maggiore sarà la forza che si ritorcerà contro. Il principio di base, quindi, sta nell’applicare una determinata tecnica proprio nell’ultimo istante dell’attacco subìto, con morbidezza e cedevolezza, in modo che l’avversario non si accorga di una difesa e trovi, davanti a sé, il vuoto.
Con il CUSPO potrai praticare il Ju Jitsu tradizionale, moderno e tecniche security/police. La parte moderna include i programmi del metodo World Ju Jitsu diffuso in tutto il mondo dal Soke Robert Clark (Liverpool) e in Italia divulgato dal Soke Maurizio Silvestri, fondatore della federazione di riferimento WJJKSA e 9° dan dello stile.
Il metodo tradizionale, Yamato Ioshin Ryu, M° Kitada 18° erede dello stile è divulgato in Italia sempre dal Soke Maurizio Silvestri 19 erede. Questo percorso, più interiore e riflessivo, è dedicato alla conoscenza del se e sui comportamenti altrui, con aspetti che abbracciano psicologia e pedagogia con accenni all’ esoterismo. Da non sottovalutare che lo Yamato Ioshin Ryu, rimane uno stile di ju Jitsu, quidi combattimento puro a mano nuda e con armi, affascinante ma raffinatissimo e letale al tempo stesso.
Referente: M° Diego Orlando
Per informazioni: 3936373050
Calendario
Lunedì e Giovedì dalle 19.00 alle 20.30
Il nome aikido è formato da tre caratteri sino-giapponesi: 合 (ai), 氣 (ki), 道 (do) la cui traslitterazione è la seguente:
合 (ai) significa “armonia” e nel contempo anche “congiungimento” e “unione”;
氣 (ki) è rappresentato dall’ideogramma giapponese 氣 che, nei caratteri della scrittura kanji, raffigura il “vapore che sale dal riso in cottura”. Significa “spirito” non nel significato che il termine ha nella religione, ma nel significato del vocabolo latino “spiritus”, cioè “soffio vitale”, “energia vitale”. Il riso, nella tradizione giapponese, rappresenta il fondamento della nutrizione e quindi l’elemento del sostentamento in vita ed il vapore rappresenta l’energia sotto forma eterea e quindi quella particolare energia cosmica che spira ed aleggia in natura e che per l’Uomo è vitale. Il 氣 “ki” è dunque anche l’energia cosmica che sostiene ogni cosa. L’essere umano è vivo finché è percorso dal “ki” e lo veicola scambiandolo con la natura circostante: privato del “ki” l’essere umano cessa di vivere e fisicamente si dissolve;
道 (dō) significa letteralmente “ciò che conduce” nel senso di “disciplina” vista come “percorso”, “via”, “cammino”, in senso non solo fisico ma anche spirituale.
合氣道 (ai-ki-do) significa quindi innanzi tutto: «Disciplina che conduce all’unione ed all’armonia con l’energia vitale e lo spirito dell’Universo».
Uno strumento di difesa
L’Aikido non è una disciplina finalizzata al combattimento e fondata sulla ricerca dell’attacco risolutivo e del colpo offensivo definitivo, ma si fonda invece sulla ricerca del migliore comportamento difensivo atto ad evitare la contrapposizione e favorire il disimpegno dal combattimento, con la finalità di rimanere incolumi da danni ed offese: occorre quindi tener ben conto di questa sua peculiare caratteristica quando si voglia parlare dell’Aikido nei termini di arte marziale e/o strumento di difesa personale. Quando le tecniche di Aikido venissero usate per attaccare per primi portando un’offesa anziché usare queste tecniche per la difesa, esse verrebbero di fatto private del fulcro portante su cui si basa e si fonda la loro efficacia.
La difesa perfetta perseguita nell’Aikido è quel comportamento che realizza la perfetta immunità da danni ed offese: pertanto questo obiettivo viene sicuramente raggiunto innanzi tutto quando l’aikidoka riesce a non farsi coinvolgere in un combattimento oppure, in subordine a ciò, quando riesce a vanificare l’attacco dell’avversario ed a farlo desistere dai suoi propositi aggressivi ed offensivi.
Referente Istruttore: Daniele Nolè
Per informazioni: 3393870720
Calendario
Mercoledì e Venerdì dalle 18.30 alle 20.00
Kendo, “Il cammino della spada”, esprime l’essenza delle arti di combattimento giapponesi. Dal suo primo governo, durante il periodo Kamakura (1185-1233), l’utilizzo della spada, insieme all’equitazione e il tiro con l’arco, sono stati tra i maggiori interessi nella preparazione militare dei diversi clan che si contendevano il territorio. Il kendo si sviluppò sotto una forte influenza del buddismo zen, per cui il samurai sentiva l’indifferenza della propria vita nel bel mezzo della battaglia, la quale era considerata necessaria per la vittoria nei combattimenti individuali (si veda il concetto buddista della realtà illusoria della vita e della morte). A partire da quei tempi molti guerrieri sono stati rappresentati nella pratica del kendo, gli stessi che costituirono le prime scuole tra cui Itto-Ryu (scuola della spada unica) e il Muto(scuola senza spada).Oggi al posto delle katane si usano delle spade di legno i bokken per i’kata’ mentre per gli esercizi comuni si usano gli shinai (fatti in bambù)e si indossano delle solide armature. Concetti come il Mushin o “mente vuota” sono diffusi dal buddismo zen e sono l’essenza del kendo. Fudoshin o “mente impassibile” sono concetti attribuiti al dio Fudo Myo-Ō (Acala), uno dei cinque “re della luce” nel buddismo shingon. Nel 1920, la Dai Nippon Butoku Kai (大日本武徳会, l’organizzazione promotrice della fondazione giapponese di arti marziali) ne ha cambiato nome da Gekiken (撃剣, spada che colpisce) in Ken
Referente Istruttore: Fabrizio Mandia
Per informazioni: 3393870720
Calendario
Mercoledì e Venerdì dalle 20.00 alle 21.30
Il Muay thai (in lingua thailandese มวยไทย), noto anche come thai boxe, boxe thailandese o pugilato thailandese, è un’arte marziale e sport da combattimento a contatto pieno che ha le sue origini nella Mae Mai Muay Thai (Muay Boran), antica tecnica di lotta thailandese. Esso utilizza una vasta gamma di percussioni in piedi e di tecniche di clinch.
La disciplina è nota come “l’arte delle otto armi” o “la scienza degli otto arti” perché consente ai due contendenti che si sfidano di utilizzare combinazioni di pugni, calci, gomitate e ginocchiate, quindi otto parti del corpo utilizzate come punti di contatto rispetto ai due del pugilato, oppure ai quattro della kick boxing, con un’intensa preparazione atletica e mentale che fa la differenza negli scontri a contatto pieno.
Il muay thai originale divenne popolare nel XVI secolo in patria, ma si diffuse internazionalmente solo nel XX secolo, dopo alcune modifiche regolamentari e quando diversi pugili thailandesi si confrontarono con successo con i rappresentanti di varie arti marziali.
Referenti: M° Giorgio Iannelli – Paolo Pacetta
Per informazioni: 334 9022228
Calendario Agorà Palestre – Valenza
Martedì e Giovedì dalle 20,15 alle 21,45
Calendario Ego Palestre – Alessandria
Principianti:
Lunedì dalle 18.30 alle 19.30
Mercoledì dalle 18.00 alle 19.00
Atleti:
Lunedì dalle 20.30 alle 21.30
Mercoledì dalle 13.00 alle 14.00 e dalle 20.00 alle 21.30
Venerdì dalle 13.00 alle 14.00 e dalle 19.30-21.00
Sabato dalle 13.00 alle 14.00