Prosegue con successo il progetto Mixed Ability per giocare con ragazzi con disabilità.  

A farla da padrone nello sport è il concetto di “sostegno” attraverso il quale i compagni corrono in aiuto del giocatore messo in difficoltà dagli avversari. Con lo stesso principio, sostegno, il CUS Piemonte Orientale dal 2018 porta avanti un progetto di sport e inclusione – inserito in quello del Cusi denominato ‘Spin: Sport per l’Inclusione’, poi confluito del progetto ‘Siamo Sport’ – in cui alla base c’è proprio il concetto di sostegno. È unico nel suo genere in provincia di Alessandria e vanta la partnership con il CISSACA e con il Comune di Alessandria – Ufficio del Disability Manager. 

Si chiama Sport Mixed Ability e verte all’inserimento tra le sue compagini, dai piccoli alla prima squadra, di ragazzi con disabilità fisica non invalidante e mentale.

È un modello innovativo che arriva dall’Inghilterra proposto da Imas (International Mixed Ability Sports) in cui si abbattono le barriere  di qualsiasi genere  perché non si classificano i giocatori in base al loro grado di disabilità o di deficit, ma l’intero ambiente viene preparato tramite un percorso di educazione permanente con l’utilizzo di “facilitatori” (partecipanti più esperti) in grado di stabilizzare le dinamiche.

La disabilità non deve essere vista solamente dal punto di vista medico. “Crediamo che ciò equivalga a concentrarsi su quello che le persone possano fare”, commenta la Presidente del CUSPO, Alice Cometti, “Deve essere un gioco di squadra, sul campo e fuori, e a tutti devono essere riconosciuti gli stessi diritti”. 

 È proprio l’interazione tra le persone con o senza disabilità a rendere il progetto unico nel suo genere ed apripista ad altri similari.

 Il significato di ciò è duplice: da una parte non si creano né sostengono preconcetti riguardo le capacità dei singoli partecipanti, nel senso che non ci si arroga il diritto di limitare o regolare l’accesso ai volenterosi che, qualunque sia la loro abilità ed esperienze pregresse, desiderino sperimentare lo sport in un ambiente senza giudizio e di piena realizzazione. Dall’altra parte, il gioco si attiene alle regole delle federazioni nazionali, promuovendo l’appartenenza ai club e la partecipazione attiva nello sport convenzionale: per giocare con buoni compagni servono buoni allenatori e buoni club, non regole e statuti differenti.

Gli allenamenti vengono svolti nello stesso ambiente rugbistico, al Centro Sportivo di Casalbagliano, in cui istruttori, volontari, famigliari e i sei ragazzi selezionati sono coinvolti in un allenamento collettivo e praticano attività ludica di avvicinamento e preparazione al rugby. Gli istruttori specializzati monitorano i progressi, passo dopo passo, modulando l’azione in campo a seconda delle esigenze. Sono frequenti poi le interazioni con i ragazzi delle squadre, proprio per un coinvolgimento globale.

Il progetto Rugby Mixed Ability è un tassello fondamentale delle attività della nostra sezione  Rugby. La sua crescita è uno dei nostri obiettivi per la prossima stagione., commenta il Segretario Generale del CUSPO, Alessio Giacomini, “Il mio primo ringraziamento va al CUSI che ci permette ci continuare questo importantissimo progetto. Un grazie anche ad IMAS International nelle persone di Enrico Colzani (Vice Presidente IMAS Europe) e Marilena Giuliacci (membro del board IMAS).
Lo sviluppo umano e sportivo, unita ad una forte componente di socialità – già alla base di questo sport – sono gli ingredienti fondamentali per raggiungere l’obiettivo di poter far giocar loro una partita di rugby con regolamento federale. 
L’apporto dei facilitatori, degli istruttori e dei genitori è fondamentale: a loro ed alla coordinatrice Patrizia Tramarin va il mio plauso”.

LE TESTIMONIANZE 

Educatori, facilitatori, volontari e genitori spiegano cos’è per loro il Mixed Ability  e cosa ha insegnato loro. Chi meglio di loro può raccontare sensazioni e progressi nei giovani partecipanti?

 

Riccardo Riva: Abituato allo sport agonistico (basket) mi sono cimentato in un’avventura nuova, in cui non conta la competizione, ma fare gruppo e collaborare. Divertirsi e giocare insieme, con più tranquillità ma con grandi soddisfazioni. Tu aiuti loro, loro aiutano te nell’abbattere stereotipi e pregiudizi. Con spontaneità”.

 

Enrica Pulisci:Sto scrivendo la tesi in scienze motorie proprio sul progetto Mixed Ability del CUSPO in cui partecipa mio fratello. Penso sia una delle rare occasioni ad Alessandria di vera inclusione e che restituisce un po’ di normalità in una dimensione sociale e partecipata. Sarebbe bello poter far partecipare molti altri ragazzi”. 

 

Maria Teresa Serra: I ragazzi non vedono l’ora di andare al campo, si sentono accolti e parte di un team. Sfoggiano con orgoglio le maglie della squadra. A mia figlia avevo fatto fare danza ma non la seguivano, ed altri sport ma la paura aveva sempre prevalso. Il rugby no, nonostante sia uno sport di contatto non la spaventa perché gli esercizi ludici sono graduali e non rudi. Devo dire che sta piacendo anche a me come sport”. 

 

Giorgio Marenco: Il “sostegno” non solo è la metafora della nostra vita ma è una fase del gioco del rugby e sintetizza perfettamente il senso del Mixed Ability del CUSPO. I genitori interagiscono con i volontari e con gli istruttori, le altre squadre (under 14 e under 18) giocano insieme a loro: così si recuperano sport e socialità. Li vedi sorridenti e noti dei cambiamenti. Non posso che essere grato per questa opportunità”. 

 

Patrizia Tramarin (coordinatrice del progetto): Il progetto è stato modulato ed adattato a seconda delle esigenze dei ragazzi. Il coinvolgimento delle famiglie, dello staff e di tutti gli atleti del CUSPO è fondamentale per una partecipazione vera e completa, che dà e riceve in emozioni e sorrisi. È una gioia veder felici i sei ragazzi del progetto, grazie anche agli ottimi facilitatori”. 

 

Denise Tramarin: Il successo di questo progetto sta nel gruppo: affiatamento e attività insieme, passo dopo passo. I ragazzi non hanno un “insegnante di sostegno” ma un team che indistintamente si occupa di loro, nel rispetto delle particolarità, ma cercando la forza del gruppo. I ragazzi sono meravigliosi”.